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giovedì 28 aprile 2011

L'Idea

In un punto nel tempo.
Lettera aperta da E. a N.


"Allora non lo vuoi fare?"
"Non ho detto questo, solo non mi sembra normale"
Bene, ma cosa intendi per 'normale'? Perchè tra fare un lungo viaggio che ti apre la mente con le persone che ami e continuare imperterrito ad alzarti ogni mattina per andare in un posto che non ti piace a fare un lavoro che non ti interessa e sottopagato, mi sembra più sensata la prima opzione.
"Si, ma è il dopo che mi preoccupa"
"Ma ancora non hai deciso di partire e già pensi al ritorno?!"
Come dire che non vuoi vincere alla lotteria perchè dopo avresti da pagare troppe tasse.
Sono stanca; di questo freddo e della nebbia e di limitarmi a sognare, di lamentarmi senza fare nulla per cambiare. Voglio  partire perchè lo sogno da una vita, un viaggio così, e non vedo neanche una ragione valida per non farlo. 
Nostro figlio non ha ancora iniziato la scuola, quindi non esiste ancora il problema studio e non ha ancora amici che gli dispiacerebbe lasciare, ma è abbastanza grande per capire e per riuscire a conservare qualche ricordo. Sicuramente vivrà un'esperienza che pochi bambini hanno la fortuna di sperimentare: conoscerà un mondo completamente diverso, si staccherà un po' da quella massa di giocattoli inutili che lo stanno già trasformando in un piccolo consumista egoista, passerà tanto tempo all'aria aperta, avremo occasione di stare insieme per un lungo periodo, sperimenterà un nuovo  stile di vita, più stimolante e meno frenetico, scoprirà animali che altrimenti non riuscirebbe a vedere e nel suo piccolo si confronterà con culture diverse. Sono certa del fatto che sarebbe un'esperienza importante per lui. Magari non lo capirebbe subito, ma con il tempo se ne renderebbe conto.
Io ho un carattere orribile, sono incostante e mi annoio facilmente, mi rifugio nel mio mondo parallelo. Mi lamento, a volte sembro rimbalzare come una pallina di gomma, ma è solo il mio personale modo di non arrendermi a una vita che non fa per me. Cambio casa, lavoro, negozio, faccio e disfo progetti e poi li rifaccio. Sembro matta, ma queste scosse mi fanno sentire viva; non voglio fermarmi a quella che tutti chiamano normalità, perchè il più delle volte per me è solo follia. 
Ma soprattutto credo che questo viaggio farebbe bene a te. Ti sei seduto, te ne rendi conto? Dici che è difficile lasciare un lavoro sicuro, ma è solo la scusa dietro cui ti nascondi. Ti risparmierò le mie teorie rivoluzionarie tipo 'nessun lavoro è davvero sicuro' -guarda me, avevo il top dei lavori sicuri e la banca non esiste neanche più-; e poi, siamo sicuri che avere una casa sia la cosa migliore? La mia amica vive in una casa che non ama, in un posto che non le piace. Quando le dico che è solo una casa e che può rivenderla e prenderne un'altra in un posto diverso, accampa svariate scuse sulla mancanza di soldi e tempo e di capacità. E allora la casa a che serve? A vincolarti ancora di più a qualcosa che non ti piace? A creare un nuovo alibi dietro cui nasconersi? Quello che voglio dire, anche se in modo confuso e contorto è che sembri lei: non ti piace il lavoro che fai? Fai qualcos'altro. Ti piacciono le piante. Bene! e sei anche bravo, hai fatto resuscitare un bonsai morto! Io non riesco neanche a tenere in vita una pianta grassa e ne conosco tanti come me: non dare per scontato quello che sai fare, non è da tutti. I tuoi non ti hanno fatto fare agraria?! E 'sti cazzi -perdona il francesismo!- e tu vai a fare lo schiavo in qualche serra e impara i trucchi del mestiere. Tanto schiavo per schiavo, almeno ti sottopagano per qualcosa che ti piace!
Una casa comunque l'abbiamo e al ritorno avremo anche i fondi per rimetterci in carreggiata. Voglio farti reagire perchè non sei felice. Lo vedo ogni sera quando torni a casa, ma parlarne non basta, lo so perchè è capitato anche a me: finchè non tocchi il fondo, continui a rimandare, ti convinci di non poter fare altro solo per paura e pigrizia.
Beh, ti svelerò un segreto sconcertante: cambiare fa paura. Perchè altera gli equilibri, modifica i modi di pensare, richiede di abbandonare il porto sicuro per mari che potrebbero essere in burrasca. Però cambiare è anche molto più facile di quello che pensi. Sei sicuro di voler rinunciare alla possibilità di essere felice, per paura che qualcosa possa andare storto? Credo che se accettassi di fare questo viaggio, in un modo o nell'altro troveresti la tua strada: potresti renderti conto che la vita che fa per te è esattamente quella che stai vivendo ora, e allora ti resterebbe un bel ricordo di posti lontani e affascinanti e potresti ricominciare da dove avevi interrotto. Oppure, ed è quello su cui scommetterei, potresti scoprire di aver sprecato tempo. Potresti scoprire che deserti e mari al tramonto ti ispirano al punto da trasformarti in un poeta vagabondo, scandalosamente felice di non avere case o lavori che ti ancorano alla nebbia. Alla fine non riusciresti neanche a credere di averci messo così tanto per concederti di stare bene. In entrambe i casi saresti più felice o almeno più sereno.
Non capita a tutti di poterlo fare, a noi si. Sta capitando ora. 
Voglio che L. da noi impari ad essere felice, non normale.
Dai, andiamo a svernare in Australia!









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