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mercoledì 28 settembre 2011

Gibb River Road, WA

Day 16-20

Gibb River Road, Mitchell Falls, Galvans Gorge, Bell Gorge
km 3722
Se dovessi descrivere con una parola la Gibb, direi sicuramente polverosa. Abbiamo terra ovunque, anche in posti che non sapevamo di avere.
E’ anche rovente e infestata da insopportabili mosche e tafani.
Però è anche spettacolare. L’imperterrito nulla, oltre ad eucalipti e baobab, è spettacolare. E non dà tregua. Raggiungi l’orizzonte pensando che qualcosa cambierà, invece ricomincia da capo. Roccia, sassi, terra e piante.





???



I punti in cui è possibile fare rifornimento sono tre o quattro in tutta la Gibb, quini ogni volta è bene approfittarne, anche senza un’immediata esigenza. Negli stessi posti di solito si trovano anche provviste. Scatolame per lo più. Un’unica officina a duecento chilometri da Derby.
Sulla strada e nei campground incontri sempre le stesse facce impolverate, sorridenti e leggermente stordite da tanta immutabilità.
Dopo i primi 260 km abbiamo preso la nostra prima deviazione: Kalumburu Road.




Girava voce che la deviazione per le Mitchell Falls fosse la strada peggiore del Kimberley. È per questo che il giorno dopo siamo partiti in gruppo con una coppia australiana e un tedesco. In realtà, almeno in questo periodo dell’anno, non è per niente difficile. È stato molto peggio raggiungere Bungle Bungle.
Lungo la Kalumburu il paesaggio cambia: le palme aumentano improvvisamente, come la temperatura. Il caldo è diventato insopportabile tanto che arrivati al campeggio, non avevamo la forza per fare gli ultimi chilometri a piedi per raggiungere le cascate. Ma poi ci siamo chiesti: perché allora abbiamo fatto tutta questa strada? Ci sono alternative?
La risposta è arrivata rumorosa: l’elicottero. In questo posto sperduto in cui l’unico posto in cui accamparsi prevede buchi neri invece dei gabinetti e senza lavandini, c’è un punto d’atterraggio per elicotteri con i rangers e con tanto di pc e pos, che ti vendono per la modica cifra di AUD 105 a cranio un servizio taxi in elicottero fino alle cascate (6 minuti di volo). Del resto era l’unica possibilità per non sprecare 200 km di sterrato.
Ora immaginate un normale elicottero bianco e blu, rimpicciolitelo e toglietegli le porte. Nic ed io seduti esterni e Lori in mezzo. Immaginate che ad ogni virata (l’elicottero vira?) vi ritrovate faccia a faccia col vuoto. Immaginatemi mentre con una mano stringo così forte il sedile da consumarlo, con l’altra reggo la macchina fotografica e scatto a raffica tenendo gli occhi rigorosamente chiusi. Questa volta avrebbe dovuto pensare Nic alle foto, perché nonostante la sua avversione per gli aerei e nonostante la mancanza delle porte, l’elicottero gli è piaciuto. Come a Lori, che con la tipica incoscienza dei bambini, se la rideva tutto soddisfatto con in testa i cuffioni da pilota più grandi di lui.
Quelle che seguono sono le orripilati foto che sono riuscita a scattare:





Sei minuti di terrore (per me) per atterrare in cima alle cascate. E qui viene il bello perché, appena scesi, il pilota è ripartito. Solo in quel momento ci siamo resi conto che si trattava di un servizio one-way. Il ritorno (4 km) a piedi! Un po’ sconcertati dal fatto di aver speso AUD 300 per farci abbandonare nella foresta (tipo “l’ultimo sopravvissuto” e chi vede i canali documentario di Sky sa di cosa parlo), ci siamo messi in marcia su un sentiero più complicato del solito e non sempre ben segnalato con arrampicate su roccia e guadi a piedi e talloneggiati dal sempre più vicino tramonto.




Siamo riusciti a tornare alla tenda poco prima che il sole scomparisse, stanchi e schifosamente sudati. Per fortuna avevamo riempito il nostro sacco doccia solare e abbiamo potuto lavarci all’aperto. La doccia nel bush!
Cena con carbonara e Chardonnay australiano.


Il ritorno sulla Gibb stato paradossalmente rassicurante. Abbiamo fatto visita a un paio di gole e cascate che, in realtà, paragonate a quelle che abbiamo visto finora, ci sono sembrate belle ma non straordinarie.


galvans gorge
 



bell gorge






Poi d’improvviso tutto sparisce.

Una strada apparentemente infinita si srotola fino a Derby.

Abbiamo bisogno di una sosta, di lavare i vestiti e soprattutto di fare la spesa: abbiamo finito l’acqua.
chi guida,


chi fa foto


e chi cade sui sentieri




giovedì 22 settembre 2011

Purnululu National Park, WA

Day 12
Wyndham e Kununurra, WA
Km 1983

Wyndham. La guida la descrive come una placida cittadina di 600 anime. Forse vuole dire che si tratta di una città fantasma! Gli unici esseri viventi che abbiamo incontrato, oltre noi, erano un paio di turisti in macchina ( nella foto).



Così un po’ sconsolati per i 100 chilometri che potevamo risparmiarci, siamo tornati a Kununurra che invece è accogliente e rilassante. 
Per chi sa dove abitiamo in Italia, Kununurra ha meno abitanti del nostro paese ma sembra grande dieci volte tanto. Piena di negozi e supermencati e casette basse e sparpagliate. Qui non hanno problemi di spazio. Dopo giorni di macchina in mezzo al nulla, arrivare in queste cittadine è come arrivare in una metropoli.
Ne abbiamo approfittato per fare rifornimento. 
E ripartiamo.




tenda al tramono all'ingresso di Purnululu

Stranezze Australiane: i supermercati non vendono nessun tipo di alcolico. Esistono dei negozi con particolare licenze per la vendita. Nel Northern Territory quando compri in uno di questi posti, devi mostrare un documento. Inizialmente un po’ sorpresa, ho chiesto al commesso se davvero sembro una diciottenne. L’avrei baciato. Ma un istante dopo l’altro cassiere ha chiesto lo stesso documento a un chiaramente ultra settantenne e sono tornata sulla terra, schedata come consumatrice di alcolici.
Nel Western Australia invece, non serve documento ma prima delle cinque del pomeriggio non si possono comprare alcolici d’alta gradazione. Per alta gradazione intendo anche una birra al 5% Vol.
La mia domanda è: ma se compro una cassa di vodka alle cinque di sera e poi me la scolo tutta il giorno dopo, mi ubriaco meno? Boh.
Fatto sta che siamo usciti da quel negozio con un paio di birrette da 3,5 gradi.

Day 13 e 14
Purnululu National Park – Bungle Bungle Range
Km 2083
La strada per arrivare a Purnululu è lunga, stancante e snervante. Paesaggi infiniti. ‘Infiniti’ è la parola chiave. Quando finalmente dalla highway vedi il cartello per la svolta, non è ancora finita: mancano ancora 53 Km di sterrato selvaggio con innumerevoli guadi. Velocità massima 40 Km/h ma solo in brevissimi tratti. Tempo di percorrenza due ore. Un continuo susseguirsi di curve, salite e discese. Sembra di entrare in un’altra dimensione.


Il mio primo pensiero è stato: per giustificare tutta questa strada, DEVE essere un posto straordinario. Sono rimasta scettica fino all’ultimo. Purnululu non si svela immediatamente. La sensazione è di aver percorso tanta strada per ritrovare lo stesso paesaggio di mooolti chilometri prima. Non mi sorprende che sia stato “scoperto” solo nel 1985.
Quando siamo arrivati a Echidna Chasm ho capito il perché di tanta fatica.
Una spaccatura nella roccia, come il taglio di un coltello. Ricorda Petra in Giordania.






Roccia rossa e piante verdissime. E il nostro primo serpente.


Campeggio nel parco



Ancora più spettacolare per dimensioni è la Cathedral Gorge. Una bella passeggiata di tre chilomentri lungo il corso di un fiume in secca (che anche un pigro come Lori è riuscito a fare) ci ha portato in questa immensa grotta. Durante il wet diventa un vero fiume con tanto di cascate.
















Day 14
Kununurra, WA
Km 2423

Campeggio Ivanhoe Village


Di nuovo relax. Ricarichiamo le batterie, in ogni senso.
E facciamo ben 4 lavatrici.

È arrivato il momento di prepararci per la Gibb River Road…
Spesa e benzina sono d’obbligo.

Il prossimo post sarà tra un po’ di tempo: credo che lungo tutta la Gibb (670 km) non avremo la possibilità di connetterci.
A presto!


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